mercoledì 7 marzo 2012

Ascensore rotto: disabili bloccati in casa

BOLZANO. «Siamo bloccati a casa da un mese perchè l'ascensore è rotto. Non è questo il modo di fare». Cresce la protesta all'interno di una palazzina dell'Istituto di edilizia agevolata di Piazza Don Bosco. Così i diretti interessati: «Meritiamo più rispetto!».

Al civico 7 delle case Ipes di piazza Don Bosco, l'ascensore è guasto dal 5 febbraio.
La Kone, appaltatrice per la manutenzione, ha appeso un cartello all'ingresso per avvisare che non sarà possibile intervenire prima del 5 marzo. Si dà il caso però che in entrambi gli appartamenti all'ultimo piano vivano dei disabili: Renato Ortombina, affetto da distrofia muscolare e da vent'anni su una sedia a rotelle, e l'anziana Ottilia Mirante, malata di poliomielite e madre di Marco, affetto da sindrome di down.

Tutti da tre settimane vivono confinati in casa, e l'esasperazione sta lasciando il passo alla rabbia. «Non è possibile che per un pezzo di ricambio di un ascensore di soli quindici anni serva tutto questo tempo - si lamenta Renato Ortombina - di questi tempi puoi comprare qualunque cosa su internet e riceverla a casa dopo tre giorni».

Per il momento ogni volta che ha bisogno di scendere in strada Renato deve chiamare l'ambulanza: «È umiliante, mi devono prendere in due e portare a braccia fino al portone, e questo servizio mi costa 40 euro a scendere e altrettanti a salire».


L'inquilino ha deciso di rivalersi sull'Ipes: «Chiederò il rimborso di tutte queste spese». Per la sua vicina invece non c'è scampo, Marco deve essere accompagnato all'autobus tutte le mattine, e per lei i cinque piani che la separano dalla strada sono un vero calvario.


Stando ai rilievi effettuati dalla Kone, una scheda elettronica dell'ascensore si è bruciata, e si è rivelato estremamente difficile reperirne una di ricambio. Sembrerebbe un caso di ordinaria amministrazione, ma ci sono delle eccezioni. Kone infatti ha il contratto di manutenzione, ma l'ascensore è stato costruito dalla Lenzi. Ortombina ha un amico di vecchia data che lavora proprio per la Lenzi. «Mi ha detto che a giudicare dalla sua esperienza, si deve essere bruciata la scheda madre del quadro comandi, e che in magazzino ce ne hanno quante ne vogliamo, ma che non hanno ricevuto nessuna richiesta né dalla Kone né dall'Ipes». Eppure il magazzino si trova qui a Bolzano. Ortombina si è rivolto allora al presidente dell'Ipes Konrad Pfitscher, avvisandolo della probabile soluzione del problema: «Mi ha risposto che Kone stava cercando una scheda compatibile, ma che non era in grado di garantirne la sicurezza, quindi preferivano proseguire con le ricerche». L'ironia lascia il posto all'esasperazione: «Non riesco a capire perché nessuno è andato dalla casa produttrice a comprare i pezzi di ricambio, questo problema poteva essere risolto in due ore, e invece sono settimane che stiamo chiusi qui dentro». Un controsenso, rincara la dose Ottilia Merante: «Pensare che all'inizio si diceva che forse si doveva rifare tutta la colonna, e intanto nessuno era andato a vedere se la Lenzi aveva il ricambio in magazzino».

Fonte: Alto Adige

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