venerdì 10 febbraio 2012

La stampella di Francesco apre una breccia nello sport




Lo sport è spesso apripista di cambiamenti culturali prima e sociali poi. Ci sono momenti fondamentali. Uno lo è stato quando Oscar Pistorius ha vinto la causa con la Iaaf, Federazione Internazionale di atletica leggera, che gli vietava di correre con atleti normodotati, ritenendo le sue protesi una sorta di doping tecnologico. La paura del diverso fa vivere paradossi come realtà: una persona senza gambe ritenuta avvantaggiata nella corsa rispetto a una persona con le gambe. Domenica prossima sarà un altro di quei momenti. La storia è quella di Francesco Messori. In breve, Francesco è un ragazzino, nato senza la gamba destra, disarticolato, anche senza il rene. Usa le stampelle. Ama il calcio.

Il regolamento gli vieta di giocare in tornei ufficiali. Il Centro Sportivo Italiano, il più grande Ente di Promozione Sportiva in Italia, grazie all’intelligenza del suo presidente, Massimo Achini ha modificato il proprio regolamento per lui: “La legge deve andare incontro alla vita, non al contrario”. Francesco farà il suo primo torneo a Cremona, lui muovendosi con le stampelle,

gli altri con le gambe. E, sono convinto, tutti si divertiranno.

Francesco è stato un apripista: ora tutti coloro come lui potranno giocare. Da subito.




Ma cosa faceva paura? Come per Pistorius, non si capisce. Preservare l’incolumità sua o degli avversari? Questo si scontra con la realtà: Francesco non colpisce la palla con la stampelle, ma la usa solo per muoversi. E’ vero il contrario, come spiega Luca, il suo allenatore: “La sua presenza è un valore per tutti: matura lui e maturano gli altri”. L’equità competitiva? Nello sport non esiste: Carl Lewis, superallenato negli States, correva con africani che per anni mangiavano carne una volta la settimana. E non ho mai sentito voci che si alzavano in difesa di Natalie Du Toit, sudafricana come Pistorius che compete nel nuoto anche a Olimpiadi e Mondiali pur non avendo una gamba, dicendo che lei era svantaggiata rispetto ad atlete che potevano spingere nell’acqua con tutti e due i piedi. Basterebbe che avesse una protesi studiata in modo che risponda nell’acqua come un piede umano. La scienza può farlo. Ma i dirigenti dello sport, come al solito, non sono esattamente degli innovatori.
Insomma, torniamo all’inizio: il diverso fa paura, spaventa, mette in discussione. Nello sport, luogo della sublimazione del corpo, ancora di più. E’ la straordinaria bellezza dello sport paralimpico.


L'incontro con  Messi

Dice Hugh Herr, uno dei biomeccanici migliori al mondo, grazie agli studi del quale Pistorius fu riammesso: “Forse c’è un certo livello di negatività che esiste nella società di oggi. Quando la gente guarda Oscar Pistorius si vede che ha un corpo inusuale. Questo va bene quando non è competitivo. Ma quando lui comincia a essere competitivo e a vincere, diventa minaccioso. Allo stesso modo che, per alcune persone, il colore della pelle di una persona è una minaccia. La mia opinione personale è che dovremmo costruire una società in cui, se a una persona capita di essere nata senza gambe completamente formate e se questa persona sembra essere un talento straordinario, a lui o lei dovrebbe essere permesso di competere in un evento sportivo come l’Olimpiade se ha raggiunto il tempo di qualificazione. E ‘il sogno di tutti i migliori atleti. Dovremmo permettere questa libertà, garantendo l’equità nello sport”.



Fonte: Corriere.it

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