martedì 10 gennaio 2012

STEPHEN HAWKING COMPIE 70 ANNI


“Considero il cervello come un computer che smetterà di funzionare quando i suoi componenti si guasteranno. Non c'è Paradiso né aldilà per i computer rotti. È una fiaba per persone che hanno paura del buio”.

Una fusione inestricabile di mistero, pessimismo e volontà: questa la "visione" che continua ad animare Stephen Hawking, il grande astrofisico e cosmologo inglese che compie oggi 70 anni.

Hawking verrà onorato con una giornata di studi a lui dedicata presso l’Università di Cambridge, alla quale lo scienziato ha dedicato tutta la sua vita professionale. Dal 1979 al 2009 Hawking è stato il titolare della “Cattedra Lucasiana” di matematica, la stessa occupata (dal 1669 al 1702) da Isaac Newton, ed è ora direttore del Centro di Cosmologia Teoretica dell’ateneo, dove continua lo sviluppo delle sue teorie sull’origine dell’Universo e sulla natura dei buchi neri.

Come dichiarato dal Vice Cancelliere dell’Università di Cambridge, Sir Leszek Borysiewick, lo scienziato è però reduce da un ricovero in ospedale e per le sue precarie condizioni di salute non potrà partecipare all’incontro in suo onore.

Negli ultimi anni infatti Hawking ha subito un costante aggravamento del morbo di Gehrig (chiamato anche sclerosi laterale amiotrofica), la malattia degenerativa neuromotoria che lo ha colpito all’età di 21 anni e che dal 1970 lo ha "confinato" su una sedia a rotelle.

Dal 1985 inoltre Hawking (a causa di una polmonite contratta al CERN di Ginevra e della conseguente tracheotomia subita) deve fare ricorso, per comunicare, a un sintetizzatore vocale che traduce in suoni i comandi dati a una tastiera col movimento della sua guancia destra; attualmente l’astrofisico ha bisogno di circa 10 minuti per formulare una frase completa, e ha di recente pubblicato un annuncio nel quale richiede la collaborazione di tecnici e scienziati per migliorare l’efficacia di questo sistema.

Una scelta che non è solo dettata dal desiderio di sopravvivere, ma conferma appieno la logica rigorosa di Hawking e la sua visione della realtà, ispirata a un’oggettività estrema: come l’Universo ha creato se stesso senza un "piano prestabilito" (qualcosa di diverso sia dal puro caso che dalla volontà divina), così lui resta vivo al massimo delle sue possibilità proprio grazie alla forza innovatrice della mente umana e della tecnologia, fino ad una sua conclusione che sarà naturale e dovuta.

Nella visione di Hawking ogni elemento della realtà, dal tempo stesso aibuchi neri (questi ultimi considerati nell’immaginario comune forze mostruose ed esclusivamente distruttive, ma che secondo Hawking possiedono una carica elettrica e producono delle radiazioni), è la fonte per la creazione di altre forze, ma è destinato a concludersi in un ciclo in cui sarà sostituito da "altre" leggi, che sarà possibile esplorare solo con l’aiuto della scienza e della tecnologia.

L’uomo stesso è dunque destinato a "sparire", ma il tempo che ha a disposizione può essere liberamente “riplasmato” dalle conquiste della scienza stessa. Se non è possibile viaggiare nel tempo, è possibile però “sfruttare” il tempo per entrare in forme di progresso e civiltà superiore.

Importante in questo senso anche la sua convinta adesione ai programmi di esplorazione e colonizzazione dello spazio; per dimostrare anche a livello mediatico la sua idea (quella che la vita sulla Terra sia un ciclo destinato a esaurirsi), nell’Aprile 2007 Hawking è stato il primo quadriplegico a sperimentare l’assenza di gravità durante un volo sperimentale tenuto al Kennedy Space Center di Cape Canaveral, in Florida.

Astrofisico, matematico, ma anche autore di best-seller divulgativi (il suo “Breve storia del tempo”, pubblicato nel 1988, ha venduto fino a oggi oltre 10 milioni di copie), Hawking è anche un’icona culturale del secondo dopoguerra: omaggiato in telefilm e serie animate come “Star Trek” e "Futurama”, lo scienziato ha riassunto la sua visione della realtà anche in un brano dei Pink Floyd del 1994 intitolato “Keep talking”,basato sulla sua convinzione che “tutto quello che dobbiamo fare è assicurarci che continueremo a parlare”.




Fonte: Milano Web

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